A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Siamo giunti al terzo ed ultimo tratto della strada che congiunge la Porta Romana all'abbazia di Chiaravalle, e ripartiamo dal Signoron, posto in via San Dionigi a pochi passi da piazza Angilberto II.
Siamo a questo punto giunti in aperta campagna (l'unica presenza urbana sono i palazzi grigi e l'Itsos sulla nostra destra) e già si cominciano a cogliere i tratti di questa: ad esempio, sulla sinistra si trova un gustoso palazzetto liberty a forma di castelletto, al civico 19, un tempo villa di ristoro dalla confusione cittadina. Poco dopo, una cappelletta ricorda la morte di quattro abitanti della zona il 12 settembre 1943. A seguire, sulla destra, quando la strada si stringe si intravedono sentieri che si perdono nei prati, e che raggiungono gli altri bei borghi del contado milanese (un esempio per tutti, Vaiano Valle).
Siamo così arrivati al borgo di Nosedo, di cui ho diffusamente parlato, per cui mi limito a ricordare che la sua origine pare risalire al sesto secolo, e che unitamente alle cascine tuttora visibili il suo tesoro è senz'altro la chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo, che da poco tempo, unitamente alla cascina che la affianca, attualmente in restauro, è divenuta Punto informazioni per il Parco Agricolo Sud, di cui l'area fa parte.
Inizia a questo punto la strada agreste, ed infatti, superata la zona industriale e artigianale sulla sinistra, nonchè il depuratore sulla destra, vi si trovano solo cascine, prati e marcite. A destra, poco dopo la nuova rotonda, si trova la Cascina Grande, affiancata da gradevoli alberature, mentre sulla sinistra, di fronte ad essa, al civico 121, si trova la Cascina Carpana, struttura a corte che ospita attualmente il centro Ippico Ambrosiano, una scuola di equitazione fornita di maneggi e campi ostacoli. Il suo nome pare provenire da un bosco di carpini che vi si trovava; essa ospitò il comando austriaco nell'agosto 1848, poco prima della firma dell'armistizio Salasco.
Proseguendo lungo la via si costeggia il parco del Porto di Mare a sinistra, e si ammirano a perdita d'occhio i campi sulla destra; non si incontra nessuna altra costruzione fino alla rotonda dell'incrocio con via Sant'Arialdo, dove ci si trova ormai alle porte di Chiaravalle, borgo che però ricade nella zona 5, e di cui quindi qui non parlerò.
Voglio concludere con una piccola perla legata alla storia della zona, seppure amministrativamente essa ricada nel comune di San Donato, ed ormai in degrado. Se giunti alla rotonda idealmente attraversassimo il passaggio a livello (ormai chiuso perennemente) che fino a qualche anno fa ci si parava innanzi, ci ritroveremmo in un grazioso sentiero che è la continuazione della via San Dionigi, il cui toponimo è "strada comunale Chiaravalle-Bagnolo", e che giunge fino all'incrocio con la via che proviene da Chiaravalle a sud del borgo congiungendolo con San Donato, ed il cui toponimo è "strada comunale Sorigherio-Bagnolo-San Donato".
Percorse alcune centinaia di metri, seppure coperta parzialmente dall'autostrada, tra i campi potremmo vedere una costruzione molto antica. Si tratta della grangia di San Francesco dell'Accessio: una grangia, come noto, era, nel medioevo, un complesso di edifici e di terreni tenuti da una comunità di frati cistercensi; in questo caso la grangia dipendeva dall'Abbazia di Chiaravalle. Sulle cartine essa è riportata come Cascina San Francesco, mentre il nome riportato sulla targa affissa al suo interno recita "Cascina Accessio", ed è sita di poco a sinistra rispetto al sentiero di cui sopra, appena dopo il ponte autostradale; attualmente però per raggiungerla occorre purtroppo percorrere un lungo tragitto, per buona parte a piedi.
Una volta giunti davanti al complesso si possono notare subito i segni del degrado, preannunciati da un cartello che recita "fabbricati pericolanti"; al tempo stesso è però possibile intuirne gli antichi fasti, tuttora ricordati, oltre che dalla suddetta targa, da un ampio arco che sormonta un possente cancello in ferro battuto e dalla corte quadrata, tutta circondata da edifici; attualmente essi purtroppo non versano in buono stato, ma
ancora solo una ventina di anni fa conferivano a questa cascina un aspetto molto gradevole.
La strada prosegue poi verso il borgo di Bagnolo, ma essendo ormai in Comune di San Donato, terminiamo qui la nostra passeggiata lungo la vecchia strada per Chiaravalle.